Ciao Elena, ci racconti perché sei partita per l’Olanda tanti anni fa?
Sono arrivata in Olanda dieci anni fa. All’epoca abitavo in Inghilterra, dove ho vissuto per dieci anni. Il mio compagno lavorava a Newcastle per una società olandese e ha ricevuto una proposta di lavoro interessante, così abbiamo deciso di trasferirci e di tornare sul continente.
Quanto tempo ci è voluto per raggiungere un livello C1 dell’olandese?
Mi ci sono voluti molti anni (direi circa sette) perché non ho avuto la fortuna di incontrare insegnanti brave e preparate fin dall’inizio. Un altro modo per raggiungere un livello alto rapidamente è avere partner o colleghi olandesi, ma io ho dovuto invece impegnarmi molto per trovare qualcuno con cui fare pratica, e questo mi ha rallentato molto. Credo che con ottime insegnanti sia possibile raggiungere il livello C1 in meno di cinque anni.
Potresti descrivere un po’ l’impegno per ogni livello?
La fase iniziale secondo me è la più bella. Richiede molte energie perché c’è molto da imparare (regole, parole, pronuncia) ma abbiamo entusiasmo e energia… e soprattutto nessun dubbio. Man mano che proseguiamo con lo studio iniziamo a formare frasi sempre più lunghe e a interagire con i madrelingua, e a questo punto arrivano i dubbi. Spesso li sentiamo usare strutture o frasi diverse da quelle imparate sui nostri libri e ci chiediamo quale sia il modo di parlare “giusto”, ma spesso non c’è un modo giusto e uno sbagliato: semplicemente i libri di testo non riescono a contenere la ricchezza espressiva di una lingua. Però in questa fase i nostri sforzi sono spesso ripagati perché riusciamo a comunicare, e questo è fonte di grande soddisfazione.
Quando superiamo il livello B1 diventa necessaria secondo me molta determinazione, perché i risultati saranno meno visibili. Bisognerebbe, per esempio, riuscire a leggere ogni giorno qualche articolo di giornale e poi segnarsi su un quadernetto almeno cinque parole nuove. Per esempio, ogni volta che pensavo: “Come si dice questa parola in olandese?”, cercavo subito la traduzione. Ogni volta che avevo un dubbio su una regola cercavo di chiarirmi subito le idee (il sito di Onze Taal è diventato il mio miglior alleato). Questa fase richiede molta curiosità e costanza.
Cosa ti ha aiutato tantissimo nell’apprendere la lingua?
Due elementi: insegnanti brave e preparate e libri di testo ben strutturati. All’inizio mi sono affidata al caso e ho seguito corsi con insegnanti che non preparavano le loro lezioni o con troppi studenti. Il risultato è che uscivo dalle lezioni con una enorme confusione in testa. Poi ho trovato per caso alcune insegnanti molto brave a Utrecht, ho seguito per alcuni anni i loro corsi e il mio livello si è rapidamente alzato.
Anche i libri di testo sono importanti a mio parere, perché devono fornire informazioni chiare e precise. Per esempio, i libri che avevo all’inizio non spiegavano che ci sono alcuni tipi di parole che sono quasi sempre het (la parole che iniziano per ge-, be-, ver-…). A lezione chiedevo se ci fosse un modo per aiutarmi a capire se una parola ha l’articolo het (in tedesco c’è, pensavo ci dovesse essere anche in olandese), ma le insegnanti mi dicevano sempre e solo: “Non cercare scorciatoie, devi studiare la lista a memoria e basta”. Dopo alcuni anni ho scoperto regole che mi sarebbero state molto utili all’inizio.
Cosa trovi bello e cosa non ti piace della lingua olandese?
Della lingua olandese amo alcune parole che non riesco facilmente a tradurre, come “spannend” e “gezellig”. Mi piacciono poi moltissimo verbi come “omdenken” o “uithuilen” perché sono sintetici e esprimono in modo preciso e breve concetti che in italiano richiederebbero frasi lunghissime.
Purtroppo non mi piace il suono della lingua olandese. Oramai mi ci sono abituata e ho imparato a muovere la bocca in un modo molto diverso rispetto a quando parlo altre lingue, ma purtroppo non la trovo una lingua musicale. Mi sono innamorata dell’inglese alle scuole medie perché era per me la lingua della musica, e credo che resterà per sempre la mia lingua straniera preferita.
Come ti ha sorpresa la cultura olandese?
Mi ha sorpreso moltissimo l’enorme importanza che viene data qui all’efficienza e alla frugalità, perché questi due aspetti sono in profondo contrasto con la cultura italiana. Nel corso degli anni trascorsi qua sono diventata davvero molto frugale, ma continuo ad apprezzare moltissimo l’approccio pieno di passione e molto poco efficiente che abbiamo noi italiani verso il cibo e in generale tutto ciò che deve darci piacere (la cura della persona, la moda).
Tu hai aperto un blog sulle differenze culturali qualche tempo fa, quale motivo ti ha spinto di iniziare questa impresa?
L’idea del blog è iniziata per caso molti anni fa in vacanza. Spesso quando torno in Italia parenti e amici mi chiedono di raccontare qualche cosa dell’Olanda, ma io faccio un po’ fatica a soddisfare la loro curiosità perché non sono brava a raccontare a voce. Solitamente dopo un paio di minuti cercano di cambiare argomento perché si sono già annoiati. Ho sempre amato la scrittura e ho pensato che per iscritto sarei riuscita a raccontare bene il Paese in cui vivo perché avrei avuto più tempo per scegliere le parole giuste e creare un ritmo simpatico e accattivante. Poi mi sono resa conto che scrivere è davvero divertente e ho continuato.
Dalla tua esperienza sicuramente hai imparato tante cose, cosa vorresti dire agli italiani che stanno all’inizio della loro integrazione in Olanda?
Innanzitutto vorrei dire consigliare di scegliere bene i propri insegnanti di lingua, perché gli insegnanti sbagliati possono far sprecare molto tempo. So che venire corretti in continuazione può sembrare demotivante, ma se i vostri insegnanti non vi correggono mai nulla (grammatica, pronuncia…) non hanno molto a cuore i vostri progressi. Un buon insegnante prepara le sue lezioni, incoraggia i propri studenti ma li guida anche in modo molto attento.
In secondo luogo consiglierei loro di visitare bene tutta l’Olanda, perché molti stranieri che conosco raramente si allontanano da Amsterdam e credono che una città così multiculturale sia uno specchio fedele del Paese in cui vivono. Purtroppo l’Olanda non è Amsterdam, e per rendersene conto è necessario visitare città piccole e paesini e leggere libri e quotidiani olandesi. Riconosco poi che circondarsi sempre di altri expat è comodo e ci fa sentire protetti, ma io consiglierei di interagire il più possibile con gli olandesi per capire bene la loro cultura e il loro punto di vista.
Docente di lingua olandese per italiani da recente, docente di italiano per olandesi oltre 15 anni. Abito con mia famiglia a Schoonhoven, tra Utrecht e Rotterdam. Ho studiato storia, didattica e lingua italiana. Amo la corsa immersa in natura, la letteratura italiana e la musica della fiamminga Sylvie Kreusch.
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