Wanneer zij zich manifesteert in een uitstraling als van licht en wanneer hetzelfde gezien en herkend wordt door een ander, dan richt zij zich op dat licht en ontvangt op haar beurt datzelfde licht van de ander. UIt dat moment van contact groeit een vurige liefde; je kunt het ook vriendschap noemen. Beide begrippen – amor – en amicitia – zijn afleidingen van het grondwoord amo – ik bemin. Wel, beminnen betekent enkel en alleen dit: een uitverkorene liefhebben. Die liefde heeft geen behoeftebevrediging, geen profijt op het oog; het profijt komt vanzelf uit de vriendschap voort, zelfs voor wie het niet heeft gezocht.
Vabbene, Cicerone parla molto della nobiltà del carattere, una cosa da cui io non vado fiero. La mia umanità mi rende fallibile e normalmente le mie aspirazioni non vanno aldilà.
Ho appena finito ‘Cuore nero’ di Silvia Avallone. Un libro che mi ha fatto ricordare un altro libro suo: L’amicizia. Amo i libri che hanno come tema l’amicizia. In Cuore Nero ovviamente non è il tema principale, ma comunque lo tocca. Mi piace molto il modo in cui Avallone parla dell’amicizia. Dalla quale sì, puoi chiederti se è amicizia quando l’una uccide l’atra, ma è la portata all estremo dell’invidio nel rapporto complesso di cui leggiamo anche nel L’amica geniale.
Il bello dell’amicizia.
Due anni fa ho letto ‘We hebben het over je gehad‘ di Stephanie Hoogenberk e ‘Even goede vrienden‘ di Raounak Khaddari che sono usciti circa tre anni fa, ma che raccontano la storia di persone che rimangono male quando finiscono amicizie superficiali. O almeno così mi è sembrata. Ne ero interessata, perché a 43 anni non tutte le amicizie sopravvivono il tempo. E ci si può rimanere male.
La settimana scorsa ho sentito lo scrittore Stefan Hertmans nel programma radio Taalstaat che raccomandava l’introduzione della parola ‘Vriendschapsverlies. Suo libro Dius è uscito poco tempo fa ed è appunto anche nel tema dell’amicizia. Tra allievo e maestro.
Da Simone de Beauvoir mi è piaciuto un libro solo: De onafscheidelijken (Gli inseparabili) che racconta l’amicizia in età giovane e come l’amicizia possa essere basata sul riconoscimento dell’una nell’altra. Ma quel libro è bello perché ne traspare l’amore della scrittrice per essere svincolata. E in quel senso racconta anche dell’origine di quel bisogno che molto più tardi troverà culmine in quella filosofia storica che ha cambiato il mondo per noi donne.
Il brutto di un’amicizia
L’anno scorso ho riletto ‘De vriendschap’ di Connie Palmen, molto bello perché anche in quel rapporto l’amicizia provoca sentimenti paradossali. La raccomando vivamente. È il predecessore del rapporto complesso di un’amicizia che vediamo anche nei libri di Avallone.
Ho una figlia di 10 anni e mi colpisce il modo in cui le ragazze possono essere cattive fra di loro. Dare abbracci e escludere apposta quella nell’abbraccio. Dire ad alta voce chi è la BFF, con l’intenzione di far sapere che sei già occupata e che l’altra rimane a mani vuote. Per suscitare la stima dell’altra, giusto per creare l’idolo di noi stesse.
Ma torniamo alla quadrologia di Ferrante. In cui è chiarissimo che un rapporto femminile possa essere molto ambigua: accanto al sentimento della connessione c’è l’invidia, la concorrenza. La serie televisiva dell’Amica Geniale è anche visibile in Olanda. Aspettiamo la quarta stagione per finire l’epos.
Da Cuore Nero:
Non ci stavamo simpatiche: troppo diverse. Ma proprio per questo, forse , ci attraevamo. Lei aveva tutto. Non ero capace di vedere altro delle sue fortune: la famiglia intera, la bellezza, quanto era sicura di sé, o almeno sembrava. La invidiavo ma l’ammiravo anche. Perché alla fine, se sei bella e intelligente vuol dire che te lo meriti, no?
Comunque, era anche una stronza>> sorrise. <<Lo so: non si può dire delle vitteme, bisogna parlarne bene. Però lei lo era, che ci posso fare? Non solo, certo. Era molto, moltissimo altro. La conosceva come me stessa: così credevo.”
Apprezzo molto l’ambiguità nella letteratura. Perché ti mette in quell’abisso esistenziale del paradosso che è la vita. Ed è bello riconoscerla nella scrittura, perché anche un libro può essere amica e starti vicino. Giusto nel paradosso. Che ti fa sentire meno sola.
L’anno scorso ho anche letto De meisjes di Emma Cline, scrittrice americana che ha una scrittura disinvolta che mostra un distacco emotivo nel racconto di avvenimenti fattuali. In me ha suscitato forte emozioni e sopratutto una fame vorace di voler continuare a leggere. Un libro in cui l’amicizia fa sentire meno sola, ma che porta anche al male.
Spesso quindi l’amicizia è anche un completamento della mancanza, il colmare di un vuoto. In cui ci sentiamo anche male, perché si fa capire che non siamo abbastanza. Vediamo le qualità nell’altra, nel tratto di carattere che ci manca noi stesse. E puoi davvero colmare quel voto personale in un’amicizia?
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Docente di lingua olandese per italiani, docente di italiano per olandesi oltre 15 anni. Abito a Schoonhoven, ho studiato storia e lingua italiana
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